Come tutti ci stiamo accorgendo in questo periodo, all’aumentare della quotazione del gas naturale aumentano anche le bollette elettriche, ma perché accade questo? E perché si parla di sganciare il costo dell’energia elettrica dal prezzo del gas?
Crescita del prezzo del gas
Il prezzo del gas naturale è stabilito dal mercato, cioè dal rapporto tra domanda e offerta: in questo momento in cui l’offerta è diminuita a causa del conflitto tra Ucraina e Russia, delle sanzioni applicate dall’Unione Europea al paese di Putin e alla conseguente riduzione delle sue forniture di gas naturale per ritorsione, la domanda è rimasta alta e il prezzo è salito, raggiungendo il picco di 343 euro per megawattora il 26 agosto.
La quotazione del gas naturale si forma sul mercato virtuale TTF, Title Transfer Facility ad Amsterdam, in Olanda (ragion per cui l’Olanda è contraria ad un tetto al prezzo del gas) che è altro non è che il mercato all’ingrosso del gas naturale per l’Europa.
Sganciare il prezzo del gas dal prezzo dell’elettricità
Questo spiega l’aumento del gas, ma cosa c’entra l’elettricità? Il prezzo della corrente elettrica è legato alla materia prima più costosa da cui viene generata cioè il gas: quindi che la corrente sia generata da eolico, solare, idroelettrico, biomasse o altro, viene sempre pagata al prezzo del gas. La proposta, quindi, è di sganciare il prezzo dell’energia elettrica dal gas e collegarlo direttamente ai reali costi con cui viene generata: questo potrebbe fare abbassare il prezzo per la quota di energia prodotta dalle rinnovabili.
Possibili vantaggi e criticità
Il ragionamento in teoria funziona, nella pratica si vedrà: ad esempio la siccità di quest’anno ha sensibilmente ridotto la produzione di energia da fonti idroelettriche portando il totale di energia da rinnovabili al 30% circa, questa potrebbe essere la quota su cui si avrebbero risparmi, infatti l’energia elettrica prodotta dalle centrali a gas in Italia supera il 50% del totale.